La situazione sociale ed economica delle persone più fragili è ormai insostenibile: il più delle volte si tratta di persone sole, povere, malate, con difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari, soprattutto per chi vive nelle zone periferiche di un territorio vasto e in molti casi isolato come quello sardo”. Lo afferma il segretario generale della Uil Pensionati Rinaldo Mereu che in una nota rilancia la mobilitazione per combattere il grave disagio che vivono gli anziani in Sardegna.

Non c’è più tempo – afferma Mereu -. Bisogna definire e programmare nuovi e adeguati obiettivi di sostenibilità sociale ed è ormai improcrastinabile adeguare le scelte e le azioni politiche al nuovo assetto demografico e all’invecchiamento a cui tende la nostra Sardegna per non trovarci impreparati di fronte ai bisogni”.

I dati della situazione sociodemografica della Sardegna, elaborati dalla Uil Pensionati, evidenziano infatti una costante e progressiva negatività a causa dell’aumento dei decessi e del progressivo calo delle nascite.

Infatti, dal 2020 al 2023 si registra:

  • da 0 – 14 anni un calo di meno 13.461

  • da 15 – 34 anni un calo di meno 19.038

  • da 35 – 54 anni un calo di meno 33.908

  • da 55 – 64 anni un saldo positivo di 9.410

  • over 65 anni un saldo positivo di 20.185

  • tra i 100 e + anni un saldo positivo di 219 (passano da 452 nel 2020 a 677 nel 2023)

Secondo la UilP, il costante ed accelerato invecchiamento della popolazione richiede una “azione pubblica concentrata” per favorire l’integrazione generazionale.

Come?

In primo luogo attraverso lo sviluppo di attività lavorative che siano rivolte ai servizi alla persona con un’adeguata rete di servizi sociali che possono essere la nuova frontiera del mercato del lavoro mentre invece oggi sono considerati spesso un lavoro secondario o tipico di azioni di volontariato); in secondo luogo attraverso la promozione di un invecchiamento attivo che favorisca la nascita di reti di servizi sociali, una sanità più attenta ai territori, servizi di cura più vicini alla persona e un’assistenza più aderente ai bisogni delle famiglie.

Siamo convinti che la attuale situazione socio-demografica richieda un urgente adeguamento complessivo di tutte le politiche economiche, dal lavoro all’innovazione, dal sociale alla sanità, dalla cultura alle politiche abitative”, spiega Mereu. “È necessario inquadrare l’invecchiamento e intrecciarlo in raccordo con le azioni finalizzate ad assicurare e garantire l’attuazione delle politiche e la tutela dei diritti della famiglia in ogni ambito e in tutte le sue componenti”.

In questa situazione, secondo il sindacato, le risposte della Regione sono inadeguate a far fronte all’impennata del costo della vita, all’impoverimento di lavoratori e pensionati, alla crescita della precarietà nel lavoro ed alle sfide dei cambiamenti in corso.

Secondo la Uil Pensionati deve dunque essere realizzato un Sistema di infrastrutture, prodotti e servizi nel rispetto della condivisione, dell’inclusività e dei parametri ambientali con il pieno coinvolgimento intergenerazionale e la cooperazione fondamentale tra il pubblico e il privato.

La proposta del Sindacato affronta le disuguaglianze, la disoccupazione, la povertà, le paure, le incertezze in una visione “socialmente inclusiva” che richiede di ripensare “in maniera integrata” economia, rapporti sociali, welfare e interazione uomo-ambiente, guardando anche agli obiettivi dell’Agenda 2030 (il tema delle basse retribuzioni e della precarietà, soprattutto tra i giovani e le donne, si intreccia strettamente al tema della sostenibilità delle pensioni di oggi e domani.)

Si tratta – precisa Mereu – di una visione che coinvolge attivamente tutta la popolazione anziana nel rivendicare per i pensionati il soddisfacimento delle proprie esigenze e allo stesso tempo evitare che queste gravino o danneggino in alcun modo le generazioni future per le quali va garantito il raggiungimento di una condizione di benessere adeguato.

Abbiamo delle proposte serie, realizzabili, costruttive per sviluppare un concreto percorso di “integrazione delle politiche per l’invecchiamento con le altre politiche settoriali” e far sì che le conseguenze dell’invecchiamento della comunità sarda non si riflettano su tutti gli aspetti della vita economica e sociale”, spiega ancora Rinaldo Mereu. “La strategia per lo sviluppo sostenibile nel 4° asse strategico stabilisce una Sardegna più sociale, per un benessere diffuso basato su salute, formazione, competenze e lavoro e fondato su inclusione sociale, eguaglianza e cultura”.

Gli strumenti di welfare vanno potenziati, non smantellati – rincara la dose -. È necessario anche cambiare il modo in cui viene considerata la povertà. La povertà non è una colpa: parlare di merito e impegno individuale è sbagliato quando esistono circostanze e privilegi consolidati che svantaggiano le persone già alla loro nascita”.

A meno di un anno dalla conclusione della legislatura regionale il tempo incalza – aggiunge Mereu -. Le risorse finanziarie ci sono: tra PNRR e risorse comunitarie europee, nazionali e regionali, i soldi ci sono e vanno spesi bene. Da tempo continuiamo a chiedere un cambio di passo nel confronto con il Sindacato. Si riapra perciò il “Tavolo sul sociale” per definire un progetto forte per la nostra Regione dove vivono “Persone” i cui diritti civili e sociali, la cui dignità, va salvaguardata e rafforzata. È ora che i diritti e i bisogni delle persone trovino risposte dalle istituzioni. La mobilitazione continua e noi vogliamo essere ascoltati”.