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Tempi d’attesa per la radioterapia in Sardegna

Disupertvoristano

Set 6, 2023

“I tempi d’attesa per le prestazioni di radioterapia in Sardegna rientrano tutti all’interno dei parametri stabiliti dalle linee guida per la sicurezza delle cure nelle patologie oncologiche. La certificazione rilasciata il 28 agosto 2023 da un dirigente medico della unità operativa di radioterapia della Asl di Nuoro che attesta la necessità di un trattamento fuori regione non trova giustificazione nei tempi di attesa dei servizi di radioterapia della Sardegna e sarà l’indagine interna avviata dalla Asl di Nuoro e dalle autorità competenti a far luce su questa vicenda che ha generato allarme e causato un grave danno all’immagine del sistema sanitario regionale e della Asl di Nuoro in particolare. I centri di Nuoro, Cagliari e Sassari a cui si aggiunge il Mater Olbia, sono oggi perfettamente in grado di garantire le cure in sicurezza, nei tempi adeguati ai diversi casi”.

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, per fare il punto sulle radioterapie della Sardegna dopo i fatti di cronaca che hanno interessato l’ospedale San Francesco di Nuoro.

“Nonostante la carenza di personale e il momento delicato determinato dall’importante e non più rinviabile ammodernamento tecnologico della radioterapia dell’ospedale Businco, che da solo assorbe gran parte della domanda di cure di tutta l’Isola, il sistema – sottolinea l’assessore – mostra segnali di tenuta che trovano riscontro nei dati sui tempi d’attesa comunicati dalle stesse aziende”.

La conferma, precisa l’esponente della Giunta Solinas, arriva dagli stessi resoconti delle aziende sanitarie regionali che ospitano i centri di cura. In sintesi:

Aou di Sassari (Cliniche San Pietro): i casi ‘urgenti’, per i tumori responsabili della sindrome della vena cava superiore, registrano tempi d’accesso per la prestazione entro le 48 e le 72 ore; nelle fattispecie che rientrano invece fra i casi definiti come ‘prioritari’, per i trattamenti palliativi di tumori causa sindrome dolorosa refrattaria agli oppiacei o causa di disturbi funzionali severi, la tempistica è entro i 10 giorni, per i trattamenti radicali o preoperatori associati o meno a chemioterapia l’accesso al trattamento è fra i 20 e i 30 giorni, mentre per i trattamenti adiuvanti ai tumori a rapida crescita (testa-collo, polmone, cervice, glioblastomi e linfomi) entro i 30 e i 45 giorni; infine i casi ‘differibili’, per i trattamenti adiuvanti alle neoplasie a lenta crescita, si va dalle 16 alle 20 settimane per quelle alla mammella ed entro i 4 e i 6 mesi per quelle alla prostata.

Asl Nuoro (ospedale San Francesco): l’attesa per i trattamenti dei tumori alla mammella è tra uno e due mesi; per i tumori testa collo curativi e adiuvanti i tempi vanno tra i 30 e i 45 giorni, stessa tempistica per i tumori maligni dell’encefalo, esofago, stomaco e pancreas; un mese per il tumore alla cervice (K cervice); 2 mesi circa (in base al programma terapeutico post chirurgico) per il tumore all’endometrio; uno o due giorni per metastasi ossee sintomatiche, sanguinamenti e compressioni midollari; da 4 a 6 mesi per il tumore alla prostata (in base allo stadio della malattia e ad altri parametri).

Mater Olbia: in supporto degli altri centri, per far fronte alle operazioni di ammodernamento del Businco, l’ospedale ha aumentato il volume dei trattamenti giornalieri di radioterapia in convenzione con la sanità pubblica del 25%. Nonostante l’impatto abbia inevitabilmente inciso sulle liste, i tempi d’attesa rimangono attualmente all’interno di quanto previsto per le cure oncologiche. I casi urgenti sono trattati entro le 72 ore, mentre i prioritari (per il trattamenti palliativi – sintomatici) entro 10 giorni. Per i trattamenti neoadiuvanti, preoperatori, curativi non differibili e adiuvanti alla chirurgia, l’accesso è entro i 45 giorni. Infine nell’ambito delle prestazioni differibili per i trattamenti delle neoplasie a lenta crescita della mammella i tempi sono di 60 giorni e 120 giorni per le neoplasie a lenta crescita della prostata.

Arnas G. Brotzu (ospedale A. Businco): per i casi che rientrano fra le urgenze radioterapiche (sindrome della vena cava superiore) la tempistica per l’accesso al trattamento si assesta tra le 24 e le 72 ore; tra i casi prioritari invece abbiamo i trattamenti palliativi (entro 10 giorni), i trattamenti radicali o preoperatori (tra i 25 e i 30 giorni), i trattamenti adiuvanti alle neoplasie a rapida crescita (tra i 30 e i 45 giorni); infine le differibili, neoplasie a lenta crescita nella mammella entro 16-20 settimane e neoplasie a lenta crescita nella prostata entro 5-6 mesi).

Da aprile all’ospedale oncologico Businco sono iniziate le operazioni di ammodernamento per la sostituzione dei vecchi acceleratori lineari con apparecchiature di ultima generazione altamente performanti. Attualmente, con due dei vecchi acceleratori in funzione dei quattro in dotazione, la radioterapia riesce ad erogare prestazioni per una media di 100 pazienti al giorno con un’operatività che, per rispondere alle nuove necessità, è stata incrementata fino alle ore 23 dei giorni feriali con sedute anche il sabato mattina. I trattamenti prioritari ed urgenti non hanno mai subito ritardi o variazioni. Il servizio di radioterapia ha sempre garantito la continuità di cura ai pazienti oncologici.

In merito al Businco l’assessore Doria precisa: “Da novembre è prevista la messa in funzione di uno dei nuovi acceleratori e all’inizio del 2024 le nuove apparecchiature in funzione saranno due con una previsione di circa 200 prestazioni al giorno. Alla fine delle operazioni di ammodernamento il Businco avrà quattro nuove apparecchiature moderne, tra cui una tomoterapia e un cyberknife, con la dismissione di macchinari obsoleti di cui non è più garantita nemmeno la riparazione, poiché i pezzi di ricambio non sono più prodotti, questo solo per dare un’idea dell’urgenza dell’intervento in corso”.

“Grazie alla riorganizzazione del lavoro e alla professionalità di medici e tecnici che lavorano nei centri si sta facendo fronte a tutto questo. I trattamenti di radioterapia in Sardegna sono e continuano ad essere garantiti in sicurezza nei tempi stabiliti dalle linee guida nazionali ed è giusto che questo venga restituito alla verità dei fatti a beneficio dei tanti sardi, pazienti oncologici e le loro famiglie, che devono sapere di poter realmente contare su cure adeguate alle loro necessità nella loro regione senza dimenticare tutto il personale sanitario che con abnegazione lavora instancabilmente per garantire le cure a questi pazienti fragili. Oggi, per quanto riguarda sia le cure radioterapiche che le cure chemioterapiche, nessun paziente sardo ha necessità di recarsi fuori Sardegna, perché in loco vengono fornite le cure moderne e avanzate che rispettano gli standard nazionali ed europei. I nostri centri non hanno nulla da invidiare al resto della penisola, né per i tempi né per le terapie somministrate”, conclude l’assessore Doria.

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