ROMA (ITALPRESS) – “La cosa più bella è stata detta dal figlio Ermanno che ha concluso la cerimonia dicendo che il sogno che l’avrebbe tenuto ancora in vita sarebbe stato poter dire per l’ennesima volta ‘motore, azione’, perché, nelle lunghe telefonate che ci siamo
fatti in questi ultimi anni, il tema era sempre quello: cercare di tornare a lavorare, di fare ancora un film, l’ultimo film”. Lo ha detto Pupi Avati, a margine della cerimonia laica in ricordo di Paolo Taviani. “Per noi il cinema era l’ossigeno, la sopravvivenza”, aggiunge.
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