La mostra, curata da Antonello Carboni, Raffaele Cau e Silvia M.R. Oppo, presenta oltre 150 opere di 28 ceramisti delle diocesi di Oristano e Ales – Terralba.

L’uso della ceramica in Sardegna ha un’origine antichissima. Già nel IV millennio a.C. i sardi realizzavano diverse forme in argilla con sobrie decorazioni incusse in pasta per mezzo di diversi elementi naturali come le conchiglie. Oristano vanta una tradizione secolare, organizzata in corporazione solo alla fine del XVII secolo. I vasai oristanesi ricercavano nelle loro forme una bellezza funzionale che si attesta, a partire dalla fine dell’ottocento, per mezzo dell’amor vacui per il decoro. Oggi, i ceramisti, che danno lustro alla città di Oristano e a tutta la comunità sarda, esprimono la loro tékne attraverso nuove ricerche plastiche che non dimenticano il corpus di forme e tradizione che segnano la storia della nostra cultura.

Il Museo Diocesano Arborense manifesta un vivo riconoscimento e sostegno ai propri artiani (artisti-artigiani), dedicando una esposizione che celebra il loro mirabile lavoro.

In occasione del centenario della nascita di Antonio Corriga (1923/2011), la Diocesi Arborense omaggia anche la figura di un figlio che, arrivato negli anni quaranta a Oristano, di rientro dagli studi fiorentini, impianta in via de Castro un forno che produce un nuova vitalità artistica e commerciale nella storia dei figoli che, di lì a poco, verrà cancellata, nell’uso domestico dei manufatti, a causa dell’avvento della plastica.

KÉRAMOS ha il patrocinio del Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura.