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Musealizzazione dell’area archeologica dei Giganti: ecco i progetti vincitori

Disupertvoristano

Ott 9, 2023

Si è svolta questa sera nella sala paesaggio del museo civico Giovanni Marongiu la cerimonia di premiazione del concorso di idee promosso dalla Fondazione Mont’e Prama per la musealizzazione del sito archeologico che sorge nella collina del Sinis. Obiettivo generale è la costituzione dei servizi per la fruibilità del sito, la creazione di un sistema di accessibilità, di camminamenti e di aree interne di sosta e pausa e la realizzazione e l’installazione di cartellonistica interna ed esterna di tipo informativo, divulgativo e scientifico

È un momento importante per la Fondazione Mont’e Prama, che continua il suo compito di divulgazione culturale con un approccio che in questa circostanza è completamente rivolto alla piena fruibilità del punto focale dell’archeologia del Sinis. Valorizzare Mont’e Prama, rendere il sito fruibile e accessibile a tutti, significa restituire a Cabras la sua identità storica e promuoverne la bellezza culturale” ha affermato il presidente Anthony Muroni salutando i presenti in sala.

Il primo cittadino di Cabras, vicepresidente della Fondazione, Andrea Abis, ha dato il benvenuto alla platea a nome di tutta l’amministrazione comunale. “Quella di oggi è una serata che desta particolare interesse in quanto il tema è decisamente stimolante: cosa fare a Mont’e Prama? Qualunque introduzione progettuale è una sfida rispetto a un paesaggio delicato, un acquerello che occorre fare attenzione a non offendere, provando a ricostruire a livello di immaginario quello che gli abitanti di tremila anni fa vivevano percorrendo la strada che da Tharros attraversava il Sinis verso nord e incontrava la grande necropoli monumentale. Oggi Cabras è un bel laboratorio di pensiero e progettazione, dove sono già in corso numerosi interventi e altri ne arriveranno. La giunta comunale lavora intensamente a questa pianificazione, dalla quale trarremo grande giovamento nei prossimi anni” ha detto il Sindaco Andrea Abis.

Torno con piacere a Cabras dove ho vissuto un’esperienza straordinaria e dove ho seguito tra le tante attività proprio il concorso di idee” ha detto l’archeologa Nadia Canu, già direttrice della Fondazione Mont’e Prama, presentando il bando di concorso stilato dall’ufficio tecnico della Fondazione e introducendo i tre progetti che si sono classificati sul podio a seguito dell’analisi effettuata dalla commissione giudicatrice della quale Nadia Canu ha fatto parte in qualità di presidente.

Il primo progetto presentato è stato quello dell’Architetto Antonio Ganadu, che si è aggiudicato il terzo posto al concorso.

Una proposta di approccio al sito discreta, che rivela la composizione multi disciplinare del gruppo di progettisti e accompagna il visitatore attraverso un percorso caratterizzato dalla presenza di manufatti di sosta e vetrine interattive e prospettiche, con uno sguardo attento sul piano scientifico e didattico dell’area – come si legge nella valutazione della commissione.

Abbiamo analizzato il territorio in cui sorge il sito archeologico, considerando un’area più ampia che possa comprendere i futuri lotti circostanti, così da presentare un progetto più ambizioso. Abbiamo cercato di trasformare le criticità esistenti in veri e propri vantaggi, creando varie zone dedicate a un percorso didattico e alle aree di sosta, anch’esse fondamentali per l’apprendimento culturale, punto di osservazione prospettica del grande parco. L’accesso è un “edificio rampa”, che si erge come se fosse un reperto archeologico rinvenuto in loco, incastonato nel terreno” ha affermato il portavoce del gruppo, l’architetto Antonio Ganadu, che si è aggiudicato il premio di diecimila euro.

Il secondo progetto sul podio è quello del gruppo guidato dall’architetto Giovanni Mazzanti.

La proposta si articola mediante l’evocazione in chiave moderna delle tipologie dei manufatti riferibili al sito con riferimento anche all’uso dei materiali costitutivi, mattoni crudi, incannucciato, sviluppando un percorso all’interno dell’area che accompagna il visitatore fino alle oasi di approfondimento, caratterizzate da zone d’ombra e dispositivi di riproduzione e visione della statuaria. Nel blocco servizi sono previste funzioni complementari all’accoglienza che permetterebbero la comprensione delle attività laboratoriali – si legge nella valutazione.

Il sito dovrà necessariamente essere considerato un luogo di lavoro aperto, un cantiere vivo, ma nel contempo dovrà permettere l’accesso a visitatori, cercando in primo luogo di ricollegare i numerosi e importantissimi ritrovamenti che hanno oggi sede nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras al loro originario luogo di ritrovamento” afferma Mazzanti, che ha esposto il progetto.

Primo classificato, il progetto presentato dal team guidato dall’architetto Giacomo Mulas, è quello che ha conquistato la commissione giudicatrice.

La proposta, partendo dall’analisi del contesto e delle sue connessioni territoriali restituisce una lettura dell’area compatibile con il sistema archeologico. Introduce una teoria di manufatti costruiti in terra cruda mediante il riuso della terra di scavo, con zone metalliche che segnano le aree di ingresso, sosta e circuiti interni al sito attraverso un linguaggio semplice ed evocativo dei segni presenti nel sito. L’orizzonte del sito si amplia poi verso la campagna circostante, con una prospettiva futura fondamentale in un sito in continuo mutamento – le parole della commissione.

Il nostro lavoro non è solo architettura, ma una strategia di riqualificazione territoriale e culturale del Sinis, la quale con azioni materiali e immateriali permette di innescare dinamiche di rete di soggetti territoriali attivi, producendo economia della cultura – afferma Giacomo Mulas -. Spieghiamo le azioni che abbiamo proposto e planiamo sul progetto, che non è finito, ma è un’immagine dinamica di una modalità di intervento: gli scavi procedono, abbiamo quindi scelto un progetto aperto per lasciare spazio a ciò che emergerà dalle future campagne di scavo. Lavoriamo principalmente con quello che è considerato materiale di rifiuto durante gli scavi, la terra, e la valorizziamo. Alla base – conclude Mulas, il cui progetto ha guadagnato il premio da trentamila euro -, c’è una lettura delle tracce e dei segni esistenti sul territorio. Abbiamo poi integrato il progetto con una proposta comunicativa, che attrae il visitatore e lo coinvolge al punto da veicolarne la scelta di destinazione turistica”.

Tutti i progetti premiati verranno acquisiti dalla Fondazione, che ne verificherà il livello di realizzabilità, in particolare nell’ottica della sostenibilità, tutela e conservazione del sito e del paesaggio circostante” ha aggiunto Nadia Canu.

Presente anche la Soprintendente Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna Monica Stochino. “Questa è una fase nella quale si possono valutare le suggestioni offerte dai progetti esposti, che hanno suscitato interesse professionale e che verranno valutati nel dettaglio in quanto si tratta di un luogo che richiede un’analisi attenta”.

Questo modello partecipativo – ha concluso il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni – credo sia il più efficace per condividere con trasparenza la pianificazione e i progetti con il territorio e la comunità, ma anche per incrementare la circolazione di idee che possono essere di ispirazione. I tempi per la concretizzazione dei progetti sono lunghi, in quanto la zona archeologica di Mont’e Prama richiede un lavoro propedeutico importante, che parte dall’elettrificazione dell’area. Ma l’impegno per lo sviluppo turistico e sulla fruibilità è massimo”.

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