La città ambientale della Barbagia fa breccia e piace alla presidente della Regione Alessandra Todde.
Un progetto che ha basi solide e che dopo anni di interlocuzioni attende di decollare.
A sentire le reazioni della Presidente che ha sposato l’iniziativa, pare che questa possa davvero essere la volta buona, per costruire un modello di sviluppo che ponga questo territorio al centro di un percorso di crescita coraggioso.
Che gli dia la stessa dignità dei contesti urbani troppe volte destinatari di risorse e canali preferenziali che non fanno altro che aumentare la forbice di sviluppo in termini di accesso ai servizi.
Ieri nell’aula consiliare del Comune di Gavoi per iniziativa dell’Unione dei Comuni della Barbagia si è discusso del progetto – ambizioso e concreto – illustrato dal professor Giovanni Maciocco, architetto pianificatore ed ex preside dell’Università di Architettura di Sassari.
Presente in sala anche la vedova di Davide Muledda, sindaco di Oniferi recentemente scomparso per un male improvviso a cui tutti hanno dedicato parole come carezze e un lungo applauso.
Un’iniziativa che disegna il territorio del futuro e fornisce le risposte alle attuali emergenze attraverso una pianificazione differente che nasce dal basso de dove gli otto comuni dell’Unione hanno dato una prova di grande unità nel condividere scelte e obiettivi.
Si tratta sicuramente di un modo innovativo e coraggioso sia nel linguaggio che nelle direttrici da seguire. Una vera sfida per costruire il futuro dei paesi dell’Unione comuni della Barbagia (Tiana, Sarule, Ovodda, Oniferi, Olzai, Ollolai, Lodine e Gavoi) che si basa su alcuni dei punti di forza di questo territorio omogeno, in primis l’ambiente, ma che allo stesso tempo rafforzi la rete dei servizi lungo le tre direttrici principali: sanità e assistenza, istruzione e mobilità.
“Confidiamo in un nova attenzione della Regione e la presenza qui ad ascoltarci della Presidente Todde rappresenta già un cambio di clima e paradigma”, ha detto il presidente dell’Unione Pietro Zedda.
Per il sindaco di Gavoi Salvatore Lai, l’occasione per un vero colpo di reni non va assolutamente persa. Convinzioni condivise dai vari primi cittadini presenti consapevoli di essere portatori di una proposta innovativa ma non avveniristica e con i piedi ben saldi sul territorio.
Il progetto si configura come un insieme strutturato di macroprogetti (es luoghi dell’educazione con le scuole nel bosco, i luoghi della salute, dell’acqua, dell’energia, degli eventi culturali etc) che muovono verso la realizzazione assumendo le relazioni tra paesi e territorio come strutture generative dell’evoluzione dei territori della Barbagia verso un orizzonte urbano orientato in senso ecosistemico.
Per professor Maciocco il vero compito strategico è affermare nel territorio dei paesi il diritto alla città e operare immaginando un modello di città alternativo alla città densa, un modello urbano per la bassa densità che non sia chiuso su modelli predeterminati ma aperto a nuove possibilità; un modello orientato in senso ambientale in quanto ha impressa nel rapporto storico con il sistema ambientale del territorio.
La figura di riferimento è l’idea di città territorio, che è connaturata al sistema di relazioni che i paesi della Barbagia hanno costruito con il territorio. Si tratta di una figura decisamente attuale nella narrativa urbana internazionale che non si occupa più in modo esclusivo della metropoli come orizzonte urbano, ma anche di prospettive differenti che si stanno aprendo alla città.
Il processo fondativo della città ambientale si configura come progetto locale di rigenerazione culturale. La scelta è per un’urbanità a bassa densità, che interpreta la transizione ecologica come la prospettiva di una nuova convivialità orientata in senso ambientale.
In questa direzione il progetto analizza i modi in cui gli abitanti dei paesi possono farsi coinvolgere meglio nella vita urbana estesa al territorio, esplora le forme degli spazi dei paesi e del territorio che facilitano un simile comportamento e suggerisce le modalità per mettere insieme l’urbanità vissuta e l’organizzazione dello spazio che le è propizia