Il Monte Arci è un complesso montuoso che ricade in numerosi Comuni della Provincia
di Oristano, tant’è che fino a non troppi anni fa esistevano due Comunità montane
(prima della loro abolizione) che ne promuovevano lo sviluppo, la salvaguardia e la
promozione.
Gran parte di questo territorio demaniale e comunale di inestimabile valore
naturalistico, storico e culturale è dato in gestione all’Ente Foreste della Regione
Sardegna che ne cura il patrimonio agroforestale.
Nelle scorse settimane sono stati cementati diversi tratti della strada sterrata che dal
fabbricato ottagonale in territorio di Palmas Arborea conduce fino a Pranu Staddas
dove è presente l’altare della Regina di Monte Arci. Una zona molto frequentata da
amanti del trekking, del trail running, della montain bike. Quella strada è sempre
stata con fondo sterrato e, con la dovuta manutenzione delle cunette e delle canaline
di scolo della acque meteoriche non ha mai creato problemi a nessuno, nemmeno ai
mezzi della Forestale, dei cacciatori e dell’antincendio.
Tra l’altro, fatto non trascurabile, la cementificazione ha ridotto notevolmente la
sezione stradale.
Sarebbe necessario e doveroso far conoscere all’opinione pubblica quali siano i reali
motivi che hanno portato a questo intervento così impattante, nella speranza che non
se ne vogliano cementare altri tratti.
Vorrei, così come vorrebbero anche le persone che ho avuto modo di sentire in questi
giorni, che quel territorio restasse quanto più naturale possibile. Viceversa si
potrebbero destinare risorse a ripristinare diversi sentieri naturalistici che nel tempo
sono diventati impraticabili per totale assenza di manutenzione.