Si trova nel bosco Seleni (Lanusei) e sarà inaugurato lunedì 6 maggio il primo sentiero “realmente accessibile” secondo le specifiche norme regionali approvate nel 2024 dalla Regione, parte del Regolamento regionale per la RES (la Rete ciclo-Escursionistica della Sardegna).
Non si può parlare solo di “inaugurazione” perchè, come prevede il regolamento regionale, saranno proprio i rappresentanti delle associazioni ed i portatori di interesse (per le varie sfere delle disabilità) a dire se è tutto ok oppure se ci sono delle criticità. Il senso del regolamento è, infatti, spingere verso la realizzazione di sentieri davvero “per tutti” (ove le condizioni logistiche, geografiche e l’orografia del luogo lo permetta, trattandosi di aree naturali di grande pregio in cui sarebbe impensabile mettere in cantiere “opere” che si discostino dalla compatibiltà ambientale).
Il sentiero – ribattezzato Andala segura dal Comune di Lanusei (gestore del sentiero) è nato su un’idea progettuale del Comune di Lanusei con il fondamentale contributo e supporto logistico del Servizio Territoriale Ogliastrino dell’Agenzia Forestas (Sportello del sentiero di Lanusei); è stato realizzato con fondi PSR messi a bando dal GAL Ogliastra, e risorse aggiuntive del Comune di Lanusei ed europee del fondo FESR della sentieristica gestita da Forestas.
Questo sentiero “accessibile” è anche il primo caso di concreta attuazione dell’allegato H del Regolamento RES, che applica i canoni del “design for all“;
è parte integrante della RES d’Ogliastra, e rappresenta un raccordo del sentiero principale (la dorsale Sarcerei-Lanusei C-104 realizzata nel 2022 da Forestas).
Questo sentiero accessibile è attualmente l’unico certificato – inserito nel catasto sentieri regionale (link a SardegnaSENTIERI.it) con il codice C-104A. Ha dovuto sottostare a tutti i rigidi criteri del regolamento regionale per essere accreditato come sentiero con la tripla accessibilità (è un splendido anello panoramico di 1,6 km “per tutti” e dotato di supporti per le disabilità fisiche-motorie, sensoriali e psichiche-cognitive). In particolare, in estrema sintesi, possiede le seguenti dotazioni:
- parcheggi riservati ed accessibili
- bagni accessibili
- percorso su fondo naturale compattato e lavorato per supportare la fruizione autonoma e assistita in carrozzina
- percorso costeggiato al 90% da pali cordati corrimano e (in alcuni tratti) da pali batti-bastone per la fruizione autonoma dei ciechi e ipovedenti
- percorso dotato di supporti tattili (braille, cartelli con le tracce e icone-pittogrammi tattili in rilievo, codici NFC per la lettura assistita con dispositivi portatili (smartphone) tramite app gratuite (anche per Android e iOS Apple)
- descrizioni e segnaletica ispirata ai canoni della comunicazione aumentativa alternativa (CAA) per il supporto ai fruitori con disturbi della sfera autistica.
Il primo sforzo è stato “immedesimarsi” per capire i “bisogni speciali“. Studiare i casi d’uso. Rendere partecipi i portatori di interesse, che infatti, nel nuovo regolamento regionale, sono titolati ad esprimere un parere vincolante nella verifica di accatastabilità dei percorsi “accessibili”.
Così, partendo da Lanusei, il cammino per dotare la Sardegna di sentieri accessibili seguirà due strategie, differenziate:
- da un lato, agire sulla Rete Escursionistica esistente (ormai quasi 2500 km) ed individuare alcuni sentieri (o tratti di essi, compatibili con le caratteristiche minime necessarie) per “elevarli al rango di sentiero accessibile” secondo una o più categorie (accessibilità per disabili fisici, sensoriali, cognitivi) ed individuando uno specifico grado di difficoltà (turistico, escursionistico, escursionistico per “esperti”). La tabella di requisiti tecnici stabiliti dall’allegato H a questo proposito è abbastanza dettagliato: ad esempio pone precisi requisiti di pendenza, tipologia e lavorazioni sul fondo (piano di calpestio) e sulla larghezza, la presenza di parcheggi e bagni accessibili nella vicinanza, etc…Questo ovviamente limita e restringe tantissimo il tipo e la quantità di chilometri “certificabili”
- per contro, nel frattempo, si cercherà di inglobare, per i sentieri di nuova realizzazione, per i nuovi progetti, le tecniche del “Design For All” o “Universal Design” proprio perchè è sul nascere di un progetto che si gioca il suo livello di “inclusione”. Non sarà facile, nè sarà sempre possibile, ma l’approccio dovrà cambiare.
Il sistema dei costi, il computo, la “cassetta degli attrezzi” dei progettisti di sentieri: anche questi aspetti cambiano.
Un progetto di sentiero accessibile introduce una serie di costi altrimenti non presenti nella normale sentieristica: il costo può “volare” passando dai 1500€/km per superare anche, tutto compreso, i 7000€/km. Sono stime tecniche frutto dei primi progetti, però sono significativi: un sentiero accessibile per fruitori ciechi o ipovedenti, richiede una palificazione con guida in corda o pali batti-bastone (ad esempio) che interessa longitudinalmente l’intero sviluppo del tracciato introducendo 4000-5000€ a chilometro di costi aggiuntivi (minimo) tra materiali e manodopera.
Potenziare il sistema di informazioni richiede inoltre investimenti in materiali e contenuti informativi disponibili sul web e in loco, per facilitare la preparazione dell’escursione con informazioni dettagliate, accessibili, e ispiratr alle tecniche di comunicazione CAA.
Le manutenzioni lungo i sentieri accessibili devono avere una frequenza maggiore di quella usuale (tre anni): il sentiero accessibile deve essere sempre percorribile mantenendo costanti le caratteristiche tecniche (incluso il fondo, che in natura può invece variare sensibilmente a seguito di piogge – divenendo fangoso al punto tale da ostacolare le ruote delle carrozzine o far inciampare un cieco – così come a seguito di periodi siccitosi – divenendo troppo pietroso e polveroso)…in sintesi, l’accessibilità di un sentiero è una promessa, una garanzia di caratteristiche strutturali. Ma ne vale assolutamente la pena.
Tutto questo ha dei costi: ma il potere curativo e benefico di un ambiente naturale, la foresta-terapia, è impagabile per tutti. Per tutti: vale la pena quindi di investire ingenti risorse sulla sentieristica accessibile, posto che anche l’Unione Europea caldeggia e incoraggia l’inclusione con corposi finanziamenti.
C’è una richiesta enorme, in Sardegna, in Italia e in Europa: milioni di potenziali escursionisti, fermi al palo per le “barriere” e per l’assenza di “sentieri per tutti”. E la prima cosa, la più importante pre-condizione – come è stato segnalato da tutti i rappresentanti delle disabilità che hanno partecipato alla “settimana del design sui sentieri accessibili” organizzata da Forestas nel 2023 – è la presenza di una qualificata offerta di servizi di guide escursionstiche (GAE). Lungo i sentieri, è fortissima (e finora insoddisfatta) la richiesta di guide preparate ed esperte del sistema di bisogni speciali di un escursionista disabile e della sua famiglia o dei suoi accompagnatori. Quindi non solo sentieri classificati e verificati nel livello di accessibilità, non solo informazioni e schede dettagliate e accessibili a distanza, non solo dotazioni (parcheggi, bagni, punti di ricarica per le carrozzine elettrificate o joelette o etc) ma anche servizi.
Incoraggiare e supportare i territori, i Comuni e le Unioni, le Comunità Montane, i GAL e gli Enti Parco che intendano investire risorse per puntare all’inclusione e all’accoglimento. Inglobare competenze e risorse umane capaci di pensare a progetti “per tutti” secondo i canoni del “design for all”. Potenziare il sistema di fruizione esistente, scegliendo e recensendo e infrastrutturando sentieri o tratti di sentieri “accessibili” tra quelli esistenti.
L’inaugurazione del sentiero di Seleni è stato inserito anche nel programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024, per la sua meritevole connotazione di inclusività e di valorizzazione della risorsa ambientale
Progettare sentieri “per tutti” significa sottolineare che l’escursionismo non può prevedere sentieri “riservati a…” ma deve essere pensato come un sistema di fruizione aperto, documentato e pensato per consentire – ove possibile – la condivisione di esperienze e attività all’aperto. Soprattutto nel sistema di Parchi regionali e delle Foreste Demaniali e nei Parchi urbani. Su questi ambiti si concentrerà anche l’attività di Forestas e della Regione Sarda.
C’è insomma tanto da fare per recuperare il divario accumulato dalla Sardegna, per dare risposte e offerta turistica accessibile a fronte della grande domanda e dei bisogni speciali.