“Un rapporto estremamente interessante che mette in luce come le migrazioni facciano parte della storia dell’umanità. Le persone migrano da un luogo all’altro per diverse ragioni. Sono molteplici i fattori che spingono le persone a lasciare la propria terra verso un nuovo contesto: confitti bellici, squilibri economici, violazioni diritti umani, cambiamenti climatici o semplicemente per cercare una vita migliore, ma pur sempre con un impatto nel territorio di origine e di destinazione, che genera da un lato il fenomeno dello spopolamento e dal all’altro la questione dell’ integrazione. Quella di oggi è dunque un’occasione di riflessione per capire in che misura le migrazioni possono essere una risorsa per contrastare lo spopolamento, ma anche una spinta per costruire un nuovo modello di accoglienza e inclusione sociale”.

Così, l’assessore del Lavoro, Ada Lai, è intervenuta alla presentazione del Rapporto ACLI “METE 2023”, tenutasi questo pomeriggio a Cagliari, nella Sala convegni della Fondazione di Sardegna. Un’analisi delle migrazioni basata sui dati dell’Osservatorio regionale delle migrazioni, redatta dal Centro regionale emigrazione-immigrazione delle Acli Sardegna, in cui emerge una situazione demografica con forti criticità. Il numero di abitanti in Sardegna continua a diminuire, il tasso di natalità è il più basso in Italia e quasi tutti i comuni presentano un saldo naturale e migratorio negativo; con il rischio di avere nei prossimi anni, una bassissima percentuale di persone in età lavorativa e un aumento ulteriore di anziani ultrasessantacinquenni.

“La Regione Sardegna – ha spiegato l’assessore – sta facendo la sua parte per contrastare lo spopolamento, con uno stanziamento complessivo di oltre 360 milioni di euro, attraverso tre principali linee d’azione, rivolte ai Comuni con meno di tremila abitanti: bonus nascita, agevolazioni per le attività produttive, mutui prima casa. Con il bando per le attività produttive, pubblicato a maggio 2023 dal sistema delle Camere di Commercio regionali, si punta a sostenere la ripresa economica dei territori, favorendo l’apertura di nuove attività imprenditoriali nei piccoli comuni. La misura è stata incrementata a 120 milioni nel triennio, a cui si sono aggiunti altri 40 milioni di euro per l’annualità 2023. Un altro intervento importante è il credito d’imposta sui redditi del 2022 per il quale la Giunta Solinas ha previsto altri 40 milioni l’anno, e ancora i Cantieri occupazionali Lavoras, per i quali abbiamo stanziato 37 milioni con un avviso pubblico dedicato ai comuni della Sardegna, finalizzato a contrastare sia la disoccupazione che lo spopolamento. Monitorare i flussi migratori è fondamentale per la programmazione regionale – ha sottolineato Lai – Grazie alla Legge di Stabilità 2022, infatti, abbiamo reso disponibile uno stanziamento di 100.000,00 euro a favore del CREI ACLI per uno studio denominato ‘Osservatorio permanente sui flussi migratori e sulle condizioni delle migrazioni in Sardegna. I flussi migratori in Sardegna e l’elaborazione di politiche di intervento’. Un analogo stanziamento, è previsto anche dalla prossima Legge di Stabilità 2023”.

In merito all’immigrazione, nel report si registra una fase di stasi con una forte riduzione numerica. Tra gli immigrati prevalgono i titoli di licenza elementare o di media inferiore, una quota minima possiede un diploma professionale, molti sono privi di ogni titolo di studio. Il rapporto, inoltre, rileva come la Sardegna sia in contro tendenza rispetto al resto d’Italia per quanto concerne il settore della cura, con una bassa presenza di immigrati in questo ambito lavorativo. Da notare anche la costante presenza di giovani argentini, che decidono di trasferirsi in Sardegna con la speranza di trovare un lavoro e di ottenere la nazionalità italiana. Un flusso migratorio interessante da sostenere con politiche di inclusione e di accoglienza. Sul fronte dell’emigrazione, invece i dati relativi alla presenza di sardi all’estero, analizzati sulla base dei dati dell’Aire, dell’anagrafe degli italiani all’estero e degli iscritti ai circoli dei sardi all’estero (ossia la rete sostenuta dalla normativa regionale sull’emigrazione) dimostrano il potenziale della rete dei sardi fuori dalla Sardegna come una grande risorsa per l’economia regionale e per l’identità culturale dell’isola.

“I dati presentati oggi – osserva l’esponente dell’esecutivo Solinas – sono una preziosa base di lavoro anche per sviluppare progetti di inclusione e di valorizzazione delle competenze e delle professionalità presenti tra chi arriva nella nostra terra, senza dimenticare che il nostro compito è anche e soprattutto quello di prevenire la fuga di professionalità, di intelligenze, e creatività fuori dall’isola con la promozione e la creazione di opportunità di lavoro per tutti, mediante programmi di formazione mirati rispondenti alla domanda del territorio e alla richiesta di servizi da parte delle imprese. A settembre – conclude l’assessore del Lavoro – proporremo una misura di incentivi alle imprese che assumano giovani talenti che scelgono di tornare in Sardegna. Perché le migrazioni possono essere anche una scelta personale, un’esperienza di vita, ma con il diritto di tornare a casa.