Anche in Sardegna è iniziato lo sciopero della fame a staffetta promosso dall’associazione Aisf per il riconoscimento della fibromialgia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La protesta, che ha preso il via da Sassari, ha visto la partecipazione di Barbara Figus, operatrice sanitaria di Villanovaforru, e altri attivisti, con l’obiettivo di sensibilizzare il governo sulla necessità di una legge che garantisca l’accesso alle cure e diagnosi per i pazienti fibromialgici. La fibromialgia, riconosciuta dall’OMS come patologia muscolo-scheletrica invalidante fin dagli anni ’90, non è ancora inclusa nei LEA, costringendo i pazienti a sostenere interamente i costi di visite ed esami. Figus, a nome del Comitato Fibromialgici Sardi, ha espresso la difficoltà della protesta, sottolineando che l’assenza di una risposta da parte delle istituzioni sta causando enormi sofferenze. Aisf ha organizzato anche una manifestazione nazionale a Roma, ma continua a denunciare l’ignoranza della malattia, definita “invisibile”, e la mancanza di azioni concrete. La protesta continuerà finché non arriveranno risposte concrete.