In Sardegna è conflitto aperto tra la Regione e il Governo Meloni riguardo agli impianti rinnovabili.
La regione, attualmente priva di una rete di distribuzione del gas, sta affrontando proteste per l’installazione di pannelli solari e pale eoliche. I comitati locali denunciano un’invasione del territorio, mentre il Governo e alcune associazioni ambientaliste attribuiscono la reazione dei cittadini alla sindrome Nimby, cioè ‘ non nel mio giardino’. La situazione è peggiorata dopo il recente decreto sulle aree idonee per le energie rinnovabili, che impone alla Sardegna di installare 6,2 GW di nuova potenza fino al 2030. La giunta regionale ha bloccato gli impianti in attesa della definizione delle aree adatte, Elettricità Futura ha denunciato la Regione alla Commissione europea e il Governo ha impugnato la legge regionale, mentre la nuova legge limita l’uso del territorio. Le manifestazioni di protesta hanno coinvolto migliaia di cittadini, con eventi significativi a Cagliari. Recenti incendi dolosi a impianti in fase di realizzazione hanno ulteriormente alimentato le tensioni.I comitati locali affermano di non essere stati coinvolti nella transizione ecologica e chiedono che le installazioni siano proporzionali ai fabbisogni dei cittadini. Le richieste di allaccio per nuovi impianti superano di gran lunga il fabbisogno attuale. Tuttavia, secondo Legambiente, non tutti i progetti di rinnovabili sono positivi e servirebbe una pianificazione che tenga conto dell’impatto ambientale e delle reali necessità energetiche dell’isola. Il ddl appena approvato, secondo loro, limita la possibilità di un equilibrio tra rinnovabili, paesaggio e natura.